Quando ha abbandonato le adrenaliniche bombolette spray per dedicarsi agli acrilici, o addirittura alle ben più tradizionali tempere, i vecchi compagni di avventure notturne l’hanno emarginato: «Poi, però – commenta lui, polemicamente divertito -, si sono messi a dipingere anche loro». DutyGorn, nome di battesimo Guido, è un altro writer che, provvisto di robusto talento, ha compiuto il grande salto: dai murales sui muri dimessi alle tele, dalle incursioni a rischio, un occhio ai lampeggianti, alle vernici in prestigiosi spazi d’arte, alle performance alla New York Biennale Art. Da oggi Duty Gorn sarà protagonista alla Ifd Gallery con una mostra dal titolo ambizioso: «La seduzione della vita fra i frammenti di un volto». Già, perché Duty Gorn non si limita, come molti suoi fratelli ex graffitari, a concentrare, a volte invece a dilatare, le consuete esplosioni di colori, gli intrecci più o meno lineari di violente campiture. Lui lavora per sposare forma ed emozione. Frammenti e parole, insieme. «Nelle opere decostruite di DutyGorn – scrive dottamente il curatore della mostra, Gianluca Ranzi -, dove l’immagine del volto si scompone in piani emozionali, gli inserimenti di testo creano uno spazio ulteriore». Insomma, quasi una sfida, un invito all’osservatore a farsi partecipe dell’opera. Come i semiologi hanno insegnato ai, pochi ma felici, frequentatori di romanzi.
Gian Marco Walch