L’arte al presente, ovvero l’arte entra nella quotidianità nelle imprese. Con la sua materialità e immaterialità, allo stato solido e gassoso. L’arte occupa il possibile, entra nel luogo, nei processi, nei prodotti, nella comunicazione.
Per abitare gli spazi aziendali o di lavoro, con opere site specific, collezioni, mostre temporanee in ambienti dedicati, per una esposizione quotidiana all’arte del popolo dell’azienda/dello studio professionale. Tra le numerose iniziative realizzate negli ultimi anni, oltre la pionieristica esperienza di «nctm e l’arte», ecco le installazioni del movimento artistico Cracking Art all’interno della sede dell’azienda tessile Tollegno 1900, l’opera di Pietro Ruffo per la collezione d’arte dell’azienda vitivinicola irpina Feudi di San Gregorio, l’intervento dell’artista DutyGorn per la facciata dello stabilimento di Pennelli Cinghiale, gli allestimenti all’interno delle sedi aziendali o delle relative fondazioni, si pensi a Mutina, Fondazione Ferrero, Fondazione Zegna, Fondazione Dalmine e molte altre.
Per innestarsi nei processi esistenti o generarne di nuovi, l’arte e i suoi protagonisti entrano in azienda inserendosi nei processi organizzativi e produttivi, lavorando a stretto contatto con lo staff o interpretando specifici aspetti aziendali, contribuendo al benessere e alla crescita professionale del capitale umano, piantando semi di innovazione o facendo germogliare nuove produzioni; talvolta vengono promosse anche sinergie tra imprese culturali e creative e imprese tradizionali. Come non pensare all’esperienza, o meglio al «metodo» di Fondazione Ermanno Casoli e di Sineglossa (entrambe nel territorio marchigiano). Spesso la collaborazione prende le forme di una residenza d’artista, come avvenuto negli ultimi anni con il programma di residenze «Ultravioletto», che promuove l’interazione tra giovani artisti ed eccellenze delle imprese italiane attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea..