Mostra personale di DutyGorn
a cura di Mauro di Vito
12/21 Aprile 2016
IFD GALLERY
VIa Marco Polo, 4 – Milano
Questa mostra invita lo spettatore a ripercorrere l’intero cammino di ricerca dell’artista, caratterizzato da una profonda e intelligente rielaborazione dei classici del nostro passato prossimo. Infatti i suoi dipinti combinano diverse suggestioni stilistiche: dalla Pop Art al linguaggio urbano, dall’Action Painting alla calligrafia, dal linearismo razionalista al movimento spazialista, creando un linguaggio originale e accattivante, di grande semplicità e facile comprensione.
Tale linguaggio si sviluppa su grandi superfici scomposte, creando un effetto di perdita di controllo del supporto pittorico, fino a sconfinare nel terreno della scultura. Da qui il titolo della mostra: Hieroglyphic/action, (geroglific-azione), che è la trasformazione dell’immagine in glifo sacro, in icona, in tratto calligrafico, ideogrammatico, minimale e significante. L’azione del gesto pittorico di astrazione in forme sintetiche, riconducibili al tratto virtuoso dell’artista, che fissa, incide e circoscrive la bellezza delle forme femminili e astratte in un rapido danzare del pennello sulla tela.
Sabotando i codici della pittura contemporanea e sovrapponendo le conglutinazioni e le coalescenze tra le tele in un palinsesto minimale e decostruttivo, DutyGorn realizza un dispositivo poli[ecle]ttico,un conglomerato di grande impatto e di sicura permanenza visiva. L’inedito corpo di lavori realizzato da Guido DutyGorn, in occasione di questa personale, documenta un vivifico rapporto di continua innovazione e rielaborazione di sé, che accompagna lo spettatore in un itinerario iniziatico di meditazione e libertà di crescita.
Opere realizzate su grandi superfici e allineate lungo il perimetro dello spazio espositivo che evocano con immediatezza le suggestioni della Pop Art, dell’Action Painting, del linguaggio urbano e si traducono in una rilettura consapevole e innovativa di cui l’artista è riuscito a farsi portatore nel tempo, costruendo così il proprio carattere identitario. Attingendo ai grandi maestri quali Warhol, Mondrian, Pollock e Fontana e rielaborando con la sua personalissima cifra stilistica gli elementi compositivi di un ampio repertorio di opere, DutyGorn arriva a definire una propria “poetica della linea” come dice bene il curatore Mauro di Vito, “segno distintivo del suo idioma stilistico.”
Dagli inizi come writer all’esperienza della pittura su canvas, l’arte di DutyGorn si evolve trasformando il graffito, la forma di partenza, in pittura, in astrazione, in movimento. Le linee armoniche generano i suoi celebri volti femminili pregni di colore, espressione di bellezza elegante e seducente. Una tecnica votata alla de-costruzione che si svela tutta nell’atto del tagliare la tela per scomporre e poi ricomporre i visi frammentati, seguendo le linee dei frammenti stessi. Poetica della linea si diceva, in cui le linee prospettiche sono anticipatorie di uno spazio caratterizzato in egual misura dalla stessa de-costruzione, perché non è soltanto l’opera a essere scomposta ma è l’oggetto stesso che accoglie l’opera, il supporto, a subire il processo di scomposizione generando in ultima istanza polittici che si sviluppano in piani diversi e sfalsati.
Le ultime opere di questa mostra ruotano intorno al soggetto della strada, altro tema caro a DutyGorn e simbolo della sua sempre anelata libertà d’espressione. Sono le strisce segnaletiche segnate sulle strade che hanno caratterizzato le decorazioni delle carrozzerie dei tram milanesi in concomitanza con la campagna di comunicazione del noto brand di moda Trussardi. Che si voglia leggerle come segnaletica stradale o come forme geometriche fini a sé stesse, esse ci introducono a una nuova fase dell’artista, segno di ulteriore evoluzione e conseguita maturità, che fa del minimalismo geometrico e delle grandi dimensioni gli elementi fondanti di una poetica ormai consolidata.